Gian Luca Tassinari probabilmente ha imparato dal padre Romano, apprezzato pittore della natura ricca di tutte le progressioni e i contrasti, gli equilibri e gli squilibri che sono alla base dell'arte tradizionale comprese le teorie estetiche dell'armonia proporzionale. Ma come spesso accade i figli non percorrono la strada dei padri.
E allora gli accordi cromatici diventano nelle opere di Gian Luca Tassinari poetiche del colore senza regole, vere e proprie trasgressioni che mettono in movimento intime e spirituali e profonde visioni dell'immaginazione. Nella sua singolare creatività regala alla vista e alla gente conseguente e suggestioni che possono richiamare alla più totale trasgressione e rivoluzione visiva. Gian Luca è artista conscio delle contraddizioni che dividono in due le sue opere: l'artista e l'artigiano.
In Gian Luca Tassinari, completamente autodidatta, si fatica a tracciare una linea che sia di distinzione tra l'artista estroso e fantasioso e l'artigiano creativo, bizzarro: la sua arte è di immaginazione e simbolicità equilibrata dal controllo della materia tipica dell'artigianato. La sua attività esprime ricerca di equilibrio del colore con l'uso determinante della sostanza, tangibile nel materiale utilizzato, traducendo il tutto in una festa della densità materica slegata dalla costrizione dell'impiego tradizionale.
Nella più totale libertà rifiuta la rappresentazione figurativa e classica rincorrendo la via che porta alla dimostrazione che essendo un quadro una questione di pesi e misure viene di conseguenza che vi si deve rinunciare, volgendo l'estro all'astratto che gli consente di affrontare i problemi senza chiaroscuro, senza colori morti, ma tutti viventi l'un per l'altro. Colorismo acceso a volte violento, in un'atmosfera in cui Gian Luca Tassinari si muove con irrequieta e smaniosa curiosità.
La sua sete di esperienza lo mette di fronte alla vicenda piuttosto eccentrica, di un artista sradicato dalla pittura a noi tutti familiare e comune: è questa la singolarità più rilevante dell'opera di Gian Luca Tassinari.