"Gian Luca Tassinari crea arte alla maniera degli artigiani e degli operai di remota memoria, crea rappresentazioni ricche di allegorie e metafore ma non è Tassinari un artista di maniera. La sua poetica, la fonte generatrice, è quella della rappresentazione del colore della vita ed è l'elemento cromatico della sostanza nella materia a sigillare il tutto.
Se fosse solo per questo, basterebbe a giustificare la buona volontà, la perizia compositiva di un autore che sa disegnare, sa comporre, con equilibrio, i rapporti interni di un manufatto artistico. C'è dell'altro invece. Prima di tutto la tenerezza, l'amore fattuale, il rispetto con cui Gian Luca usa la materia e il colore, dolcemente triste e pieno di pudore.
Poi, lo stupore: Gian Luca Tassinari ha la fortuna di sapersi ancora stupire e ciò, forse gli viene dal quotidiano incontrarsi con gli occhi delle persone, probabilmente anche quelle persone che frequentano il suo locale, il composito e multiforme mondo del Club 99 di Mascarino. Ma per chi come me ragiona di arte mantenendo fermo il criterio della pura visibilità e non indulge alla facile letteratura fatta di psicologismi e sociologismi salottieri, quel che conta è la verifica del come si situa, sia pure per solo diletto, un'opera d'arte che al suo interno, reca un messaggio, fa cultura nel senso critico della consapevolezza.
E così (e chiedo scusa per l'uscita maligna), mi sovviene pensare alla Corte dei Miracoli dell'arte modaiola italiana assorbita e pensosa con i suoi prelati, chierici e sacrestani, assorbita e pensosa nella transavanguardia (oltremisura vivace nell'ambito del mercato e delle relative prebende), dell'iperealismo, del poverismo nostrano e accattone, dei Neoqualcosa, povera gente di retroguardia che ambisce essere chiamata L'avanguardia.
Ebbene, mentre ciò avviene, nella sovrana indifferenza dei più, il caro Gian Luca Tassinari e con lui, fortunatamente, anche molti, moltissimi altri pittori, e artisti non professionisti, dipingono e creano nel rispetto delle regole minime del decoro intellettuale. Per ciò sono lieto, e starei per dire orgoglioso e fiero, ma mi manca titolo storico per farlo, d'attestare plauso critico a Gian Luca Tassinari, amico mio che una felice ventura (il tanto menzionato Caso), ha voluto farci incontrare in quel di Mascarino. Gian Luca, vai avanti, fatti conoscere Artista: ne hai, col talento il dovere. Mi impressiona, fino a sentirmi ridicolo, darti un voto. Malgrado ciò ti dico: bravissimo!"
E questa volta mi firmo: Roberto Bonazza